L’Ozono (O
3), al pari di molti gas utilizzati quotidianamente, può risultare pericoloso se non utilizzato in maniera corretta. Lo stesso Ossigeno (O
2), elemento fondamentale per la vita sul nostro pianeta, a particolari condizioni (elevate pressioni parziali - alte concentrazioni) risulta tossico e letale per l’organismo umano. L’Ozono è l’agente ossidante più potente che si possa utilizzare in ambito tecnico e questa caratteristica è alla base del suo impiego nel trattamento degli ambienti confinati, nel food e nella disinfezione di acqua potabile, acqua industriale, acqua per piscine e acque reflue. Attualmente sono in vigore dei limiti di esposizione per le concentrazioni di Ozono in aria a cui siano esposti i lavoratori:
- TLV – TWA (ACGIH) 0,1 ppm (0,2 mg/mc);
- TLV – STEL (ACGIH) 0,3 ppm (0,6 mg/mc).
Dato il suo caratteristico odore, l’Ozono è riconoscibile già a concentrazioni molto ridotte e innocue: in questo modo chi si trovi potenzialmente esposto ad un rischio viene già preavvertito, con largo anticipo rispetto al raggiungimento di concentrazioni elevate e potenzialmente dannose per la salute. L’odore non costituisce, comunque, un indice attendibile della concentrazione presente nell’aria in quanto, in un breve tempo di esposizione si verifica una assuefazione all’odore stesso. In base alla concentrazione, l’Ozono presenta un odore con sentore di chiodi di garofano, fieno o cloro. Il valore di soglia per percepirne l’odore è pari a ~0,02 mg/m3 (~0,01 ppm), con il valore MAK (ovvero la concentrazione massima consentita sui posti di lavoro in Germania) che si attesta su 0,2 mg/m3 (~0,1 ppm
v) o 0,1 ml/m3.
Tuttavia la ricerca e la tecnologia ci vengono in aiuto dandoci gli strumenti e la preparazione necessari al raggiungimento dell’obiettivo di utilizzare l’Ozono in totale sicurezza, al massimo delle sue proprietà benefiche.